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Storia vera - Privé


di ringo00
23.03.2020    |    16.220    |    11 9.6
"Così, dopo aver girato per un po' decidemmo di prendere una stanza per giocare noi due soli; mentre eravamo in cerca di compagnia sbottonai un po' il mio..."
Questa è un'altra storia vera, gentilmente raccontatami dalla coppia tettonabg


Sono sempre io, Ilaria, e voglio raccontare un'altra esperienza vissuta in passato. Con mio marito Andrea eravamo soliti frequentare, nei mesi invernali quanto meno, un club prive dalle nostre parti. Ambiente tranquillo, abbastanza riservato e con tre categorie di frequentatori: le coppie navigate, perfettamente a proprio agio e padrone della situazione, le coppie novelle che si guardavano in giro come se fossero finiti su un altro pianeta e infine gli immancabili singoli stracurati e profumati che cercavano di infilarsi nel letto di qualche coppia, ma che spesso dovevano contentarsi di una sega solitaria.
Tornando a noi, quel sabato sera non avevamo programmato nulla, e dopo un rapido consulto decidemmo di andare in quel locale; mi feci una lunga doccia, mi profumai e mi misi in tenuta da combattimento: vestitino chiaro semitrasparente, intimo nero, autoreggenti e per finire un paio di scarpine di pelle nera col tacco alto, un regalino di Andrea, di quelle che quando cammini fanno un delicato rumore che attira lo sguardo di chi hai attorno. Giunti a destinazione, facemmo un paio di giri nel locale, cercando qualche coppia con cui divertirci, ma a parte i frequentatori abituali già impegnati tra loro e i soliti singoli che millantavano prestazioni da campioni non trovammo nessuno che ci attirasse in particolare modo. Così, dopo aver girato per un po' decidemmo di prendere una stanza per giocare noi due soli; mentre eravamo in cerca di compagnia sbottonai un po' il mio vestito svolazzante ma niente, era una serata fiacca; inutile dire che mentre andavamo verso la stanza assegnataci un trio di uomini cocciuti si era messo in coda, per poi ritrovarsi con la porta sul grugno.
Quando facevamo così tra di noi giocavamo per un'oretta, giusto per scaldarci, per poi finire in bellezza a casa.
Nella stanza c'era un letto matrimoniale, una pila di asciugamani e fazzoletti di carta e un piccolo bagno. Andrea ed io iniziammo a limonare di gusto, senza mollare le mie labbra mi sfilò il vestito che finí in un angolo; mi sdraiai a gambe larghe al centro del letto, sentivo sul pube la pressione del pacco di Andrea; gli tolsi pantaloni e mutande e accolsi il suo cazzo semiduro in bocca, lo sentivo crescere e indurirsi tra le mie labbra, mentre in sottofondo si udivano urla e gemiti di altre coppie mentre scopavano. Mentre spompinavo beatamente, notai vicino al letto dei buchi nel muro, a circa un metro di altezza, e da uno sbuca a un cazzo moscio: eravamo finiti in una stanza da glory hole! Andrea fece un sorriso e mi spalancò le gambe, affinché lo sconosciuto potesse godere delle mie grazie. "Su, Ile, fai vedere loro come sei figa" disse, "masturbati un po'..."
Effettivamente masturbarsi davanti a chissà chi suonava davvero eccitante: mi misi comoda, allargai bene le cosce e mostrai la patata con il pelo corto e ben curato; con le dita mi accarezzavo lentamente le labbra, bastarono poche carezze per farmi bagnare, e anche il cazzo sconosciuto era diventato duro. Eccone poi un altro sbucare nel foro accanto: mi partirono i freni inibitori e avvicinatomi presi a segare entrambi quei cazzi assieme, mentre Andrea, in piedi sul materasso, mi ficcó in bocca il suo. Mi sentivo una vera porca a giocare con tre cazzi nello stesso momento, ma ero arrapatissima, la mia fica grondava, mugolavo la mia goduria soffocata dal cazzo di mio marito. Dopo qualche minuto i due cazzi sconosciuti sborrarono quasi contemporaneamente, e lasciato quello di Andrea mi ripulii dallo sperma con gli asciugamani di carta e le salviettine umidificate che avevo nella borsetta. Nel frattempo Andrea si era sdraiato sul letto, il suo cazzo sempre duro puntava verso il soffitto; ripresi a spomparlo con passione, pensando poi di farmi una bella cavalcata, e proprio nel bel mezzo del pompino vidi che da uno dei buchi aveva fatto capolino un cazzo, anzi, un cazzone mega: mi tornò in mente Bruno, il collega di mio marito con il quale avevamo vissuto una scopata di fuoco tempo prima; non potevo farmi sfuggire un'occasione del genere no? Guardai Andrea negli occhi e lui fece un cenno di assenso, sembrava curioso di vedere fino a che punto mi sarei spinta. Presi quella bestia in bocca e lo spompinai famelica, ma dopo pochi minuti Andrea reclamó la mia bocca; facevo la spola, un po' per uno: sentirsi in bocca il sapore di due cazzoni eccitati faceva sbrodolare di piacere la mia passera. Proprio mentre mi occupavo di lui, il cazzone si ritirò, per riapparire con un preservativo calato. Vidi tutto con la coda dell'occhio, e puntatai il mio culo verso quel pezzo di carne fremente; lo cercai a tastoni e lo imboccai nella mia fica fradicia. Spinsi il bacino all'indietro e l'uomo al di là in avanti, partí una scopata a 90 da manuale.
Mi tolsi per un secondo il cazzo di Andrea dalla bocca e gli dissi "Andre, mi sta scopando!!!"
Lui, incredulo, si sporse e quando vide che non stavo scherzavo sembrò eccitarsi ancora di più: il suo cazzo mi sussultó in bocca per poi scaricarmi il suo godimento in gola; un po' lo mandai giù, un po' coló lungo l'asta, che leccai via golosamente. Lo sconosciuto arrestó le spinte e nonostante il preservativo sentii chiaramente il calore di una decina di schizzi. Andrea crollò esausto, e anche il cazzone sparí dentro il buco. Dire che fossi bagnata sarebbe un eufemismo, ero letteralmente fradicia, un lago: sembravo una fontana, il mio nettare colava sulle gambe poi giù fino al pavimento e sulle scarpe. Ma non era ancora finita: da un altro buco ecco sbucare un altro cazzo eccitato; mi misi in ginocchio e mi dedicai anche a quello, lo strinsi fra le mie tettone e in un amen mi riversó un'altra dose di crema sul seno. Ero distrutta, sfinita: mi alzai barcollando, le tette indolenzite dalla voglia e la patata ancora bagnata. Entrai nel bagno e mi ripulii alla meglio; premuroso come sempre, Andrea mi aiutò a rivestirmi, ma ero troppo stanca, per cui andammo dritti a casa senza passare dal bar come facevamo di solito. Mi feci un'altra doccia, come mi fece allegramente notare mio marito mi ero già fatta un bel bagno di sborra. Ero ancora troppo eccitata per dormire: Andrea era già a letto, ma appena mi vide venirli incontro con addosso solo le scarpe che tanto gli piacevano, il suo cazzo formò un bel bozzo sotto il lenzuolo. Mi coricó senza tante cerimonie e giù di leccate di fica, mi faceva sciogliere quando mi leccava così; poi mi montò da sdraiata, stringendo forte le mie tette fra le mani. Tra un sospiro e un gemito mi chiese se quella sera avesse goduto nel farlo con tre sconosciuti: avevo goduto sì, avevo goduto come una vacca, e dalle mie labbra uscì un lungo SIIIII...
La sensazione che avevo provato, quel sentirsi porca e desiderata... Volevo riprovare quanto prima l'esperienza. La risposta soddisfó Andrea, che mi prese per i fianchi e mi scoppiò dentro; chiusi gli occhi, sentendo il suo calore arrivarmi fino in pancia. Quella goduriosa serata era finita in bellezza, ma altre ancora ne sarebbero capitate...
Dimenticavo: in base ad un accordo, quelle scarpe sexy sarebbero state un segnale: le avrei messe solo in occasioni speciali, ovvero quando avevo voglia di glory hole.
Un bacio dalla vostra Ilaria, alla prossima!

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Ps: ringraziate tettonabg per questa bella storia :)
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